Cara Lilibet

 

Ranald Mackechnie

Cara Lilibet,

mentre venivi incoronata mia madre veniva al mondo. Che strana coincidenza, non credi? Mi sono sempre chiesta se le coincidenze fossero solo fini a se stesse o se avessero motivo di essere. Una mia amica mi diceva sempre che tutto accade per una ragione, quindi anche le coincidenze, supporrei.

Si dice anche che il destino delle persone alloggi nel loro nome, e nel tuo fece casa la forza e l’imperturbabilità della tua precedente omonima.

Ma questo forse funziona solo con alcuni, i più fortunati forse, o i prescelti, o è solo tutto davvero una coincidenza.

Ho amato la tua gentilezza, la tua intelligenza, il tuo polso e la tua testa. Ho amato i tuoi sorrisi, la tua ironia, il tuo saper essere regina, madre e moglie allo stesso tempo. E ora che non ci sei più, in molti cuori ci sarà un vuoto incolmabile, come incolmabile è ancora quello lasciato dalla cara Diana.

Ma lei dalla sua ha l’essersene andata giovane e in tragica circostanza, mentre tu, alla coraggiosa età di 96 anni, ancora trovavi la forza di fare il tuo lavoro, tenendo fede a quella promessa fatta più di settant’anni fa, fino al tuo ultimo respiro.

Avrai sempre tutto il mio rispetto e non perché la tua testa era adornata da una corona, ma perché come donna hai sempre avuto gli attributi giusti per tenere testa ad un mondo rude e incline al disprezzo.

Mia cara regina, avrei voluto avere l’occasione di stringerti la mano e ricambiare il tuo sorriso, guardare nei tuoi occhi e rubare ad essi il segreto della tua costanza e intraprendenza.

L’annuncio della tua morte è stato un momento di buio e silenzio, e oggi la tua sfilata per le strade di Londra ha portato raccoglimento e riflessione. Che ne sarà ora di noi? Non importa poi quello che dicono coloro che disdegnano la corona, perché questa non è un’ode ad essa. Qui si celebra la donna ed il suo regno, e non quello posto sotto il suo trono.

Al di là delle mura del tuo castello, là dove alle telecamere e ai fotografi non era concesso arrivare, c’era la vita della tua famiglia, di una madre con i suoi figli, di una nonna con i suoi nipoti. È questo che celebro mia cara Lilibet, perché una corona la saprebbe indossare chiunque, basta non muovere la testa, ma tu l’hai saputa adoperare e nel tuo privato anche accantonare.

Spero ora tu possa ricongiungerti al tuo amato Filippo ed iniziare con lui una nuova vita in un nuovo regno. Immagino già un vostro abbraccio e la gioia sui vostri volti. E non ti preoccupare, il grigiore del lutto sui nostri ad un certo punto svanirà e lascerà luogo al tuo ricordo.

Ora sei libera, cara Lilibet. E per questo gioisco per te.


Con amore,

ti saluto e ti ringrazio di essere passata per di qui.

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