Dicembre

 

Scrooge scaccia il primo dei tre spiriti. Jonh Leech, 1843

Questa non vuole essere una poesia,
ma soltanto un’opinione mia,
di quel che questo mese sia
per tutta l’allegra compagnia.
 
Non m’importa delle rime
né tantomeno di far stime,
ma se qualcosa devo dire, infine
questo è ciò che il mio cuore esprime.
 
Qui la neve la si vede ogni trent’anni,
le vacanze sono nostalgia lontana,
le luci il lusso del non vedente.
 
I colori, le forme e i sapori si confondono
in una quadriglia improvvisata da chi
per tutto l’anno non muove un passo.
 
E poi c’è da correre e d’affannarsi
nella gara più folle e più attesa,
al solo scopo di volersi più bene.
 
Il freddo ha imparato a camminare
carponi, per non farsi vedere.
E si torna a fingere di saper amare.
 
E non c’è più silenzi né solitudini,
non c’è tempo per pensare
e non c’è lacrima che tenga.
 
Nel dodicesimo tutto s’arresta.
Il cammino del vecchio qui trova il suo tempo,
che il nuovo rincorre per quello che resta.

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