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Visualizzazione dei post da settembre, 2022

Noi

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  La cattedrale. Auguste Rodin, 1908 Volgeva il tuo volto al mezzogiorno, il raggio che colpiva la tua fronte di rimbalzo colpiva il mio cuore.   Noi, uniti da un filo di seta dorata, imprigioniamo il tempo nel nostro abbraccio, eludendo la morte deridendo la vita.   Noi, siamo noi. Siamo luna e siamo sole, siamo terra e siamo cielo, siamo acqua e siamo fuoco. Noi, siamo noi. Siamo mondo.

Nina

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  Camera vicino al mare. Edward Hopper, 1951 Nina aveva cinque anni quando per la prima volta vide la neve. Prima di allora la poteva solo immaginare, di solito i piccoli fiocchi si scioglievano a mezz’aria. Ma quella notte, la temperatura scese al punto giusto e nevicò. Nina si svegliò affacciandosi su di una distesa bianca e soffice. Fu suo padre a tirarla giù dal letto di buon’ora, non voleva che sua figlia si perdesse lo spettacolo, di quei luoghi più unico che raro; presto le temperature sarebbero risalite e la neve si sarebbe sciolta. La casa di Nina era in periferia e sul retro vi erano molte campagne che sarebbero presto sparite, in nome del progresso e della crescita demografica. Ogni domenica, accompagnata dal suo papà, aveva l’abitudine di andare a giocare proprio in quelle campagne, tra le pietre dei muretti a secco e l’erba alta. Il suo gioco preferito era investigare sugli insetti che migravano di fiore in fiore, raccogliere papaveri e margherite, osservarne i col

Filastrocca d'autunno

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  Pixabay (via Pexels) D’ambra e di ruggine si tinge il sentiero, cavalca solitario il fiero straniero.   Di porpora e oro s’intona poi il cielo e la pioggia sottile rinfresca il bel melo.   Fiorisce il castagno nella vasta foresta, l’orso s’acquieta il raccolto s’appresta.   S’affaccia il pettirosso fieramente impettito, matura anche l’uva e il suo succo squisito.   Suonan le campane nel tiepido dì, l’amabile stagione quest’oggi esordì.

Un giorno di pace

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Immagine da citydoormilano.it   In Iran Mahsa Amini viene brutalmente uccisa da sue simili, in Mozambico suor Maria De Coppi perde la vita in un attentato dopo sessant’anni di missione umanitaria, in Ucraina Benjamin Giorgio Galli, foreign fighters italiano, muore sotto il fuoco nemico. Mahsa, Maria, Benjamin, sono solo tre delle migliaia di vittime che cadono per mano di oppressori, estremisti e invasori. In Ucraina la guerra va avanti da otto mesi, ma essa è solo la più giovane; c’è anche l’Afghanistan, lo Yemen, la Siria e mezza Africa che combattono da anni, oltre che una moltitudine di micro conflitti in giro per l’intero pianeta e dei quali quasi nessuno sa nulla. E poi ci sono anche i barconi pieni di disperati che da tutte queste guerre vogliono andare via, perché vanno avanti da troppo tempo e non danno adito ad una visione del futuro; perché sono praticamente diventate parte di una quotidianità invivibile e inaccettabile; perché provate voi ad immaginare come stareste s

Cara Lilibet

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  Ranald Mackechnie Cara Lilibet, mentre venivi incoronata mia madre veniva al mondo. Che strana coincidenza, non credi? Mi sono sempre chiesta se le coincidenze fossero solo fini a se stesse o se avessero motivo di essere. Una mia amica mi diceva sempre che tutto accade per una ragione, quindi anche le coincidenze, supporrei. Si dice anche che il destino delle persone alloggi nel loro nome, e nel tuo fece casa la forza e l’imperturbabilità della tua precedente omonima. Ma questo forse funziona solo con alcuni, i più fortunati forse, o i prescelti, o è solo tutto davvero una coincidenza. Ho amato la tua gentilezza, la tua intelligenza, il tuo polso e la tua testa. Ho amato i tuoi sorrisi, la tua ironia, il tuo saper essere regina, madre e moglie allo stesso tempo. E ora che non ci sei più, in molti cuori ci sarà un vuoto incolmabile, come incolmabile è ancora quello lasciato dalla cara Diana. Ma lei dalla sua ha l’essersene andata giovane e in tragica circostanza, mentre tu,

11 settembre

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© Valentina Doria, 2019 Da Liberty Island il panorama era mozzafiato. I grattacieli di Manhattan si scagliavano contro un cielo terso, azzurro ciano. Una lingua di terra li lambiva alla base e le loro vette creavano un disegno geometrico quasi omogeneo. Già, omogeneo, perché non vi erano più le Torri Gemelle a rompere quella simmetria. Dall’isola si notavano subito, erano i grattacieli più alti di Manhattan che delimitavano il lato sinistro del panorama, mentre a destra l’occhio si perdeva sino a dove il fiume si ricongiunge con l’oceano. La loro assenza si avverte, soprattutto per chi era abituato ad un’immagine da cartolina ben diversa. Per quanto ci si sforzi a rimetterle al loro posto con l’immaginazione, non è proprio la stessa cosa. Ricordo il volto imbrunito di mio marito nel mentre che fissavamo la lingua di terra all’orizzonte, il suo sguardo impegnato a fissare il punto esatto dove esse sorgevano: “Erano proprio lì”, mi disse. Come noi altre decine di persone guarda

Autunno

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© Valentina Doria 2012 Autunno con il cuore in mano per donarlo al mio sovrano in attesa che arrivi lesta la fresca pioggia per far festa. Eccolo, è tuo, mio signore fanne fonte del tuo tepore, ch'io m'angoscio per l'attesa perché di questo amore non v'è difesa.

Coven

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Il sonno della ragione genera mostri. Francisco Goya, 1797 Evoca o diva i miei perenni tormenti. Evoca o mistica i miei sogni innocenti.   Accecami l’anima con la tua luce perenne, svela i tuoi segreti con gesto solenne.   Evoca o diva i miei torbidi desideri. Evoca o mistica i miei dolci pensieri.   Svelami l’amore e i suoi delitti, arrestami il cuore e i suoi conflitti.   Spiega il mio volere restare sotto incanto, il reo non nascondere di questo tuo canto.

Come il sole dalla terra

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© Valentina Doria 1998 Nelle pieghe del cervello si annidano pensieri di abietta gloria, sogni di vita perduta, allegorie di tramonti, luna piena a cui ululare la propria anima dismessa. Nelle pieghe del cuore si nasconde un nuovo sentimento, nuota vigoroso nel sangue vivido e bollente, affoga e risorge come il sole dalla terra.

Volevo solo un giardino

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© Valentina Doria 2013 Eccomi qui. In una notte gelida d’inverno la mia testolina fa capolino da una finestra che guarda a nord. O forse a sud. Non saprei. I miei occhi sono ancora chiusi, serrati, forse per paura, forse per necessità, ma appena sarò in grado di aprirli farò caso se da questa piccola finestra si vedono gli orsi polari o i pinguini. Oh, guarda! C’è una piccola luce laggiù. Allora forse questo è l’oriente e quella timida lucina è il sole che sorge al di là del monte Fuji! Oh no! È sparita! E adesso? Come potrò capire dove sono? Dovrò chiedere aiuto, ma come? Ad un tratto la mia bocca si spalancò ed un suono flebile ne uscì. Ascoltate! Ascoltate! Ma perché nessuno mi risponde? Perché nessuno mi dice niente? Ascoltate! Perché non mi ascoltate? Forse la mia voce non ha abbastanza decibel? O forse non è piacevole e tutti voi vi state ora tappando le orecchie e lo fate apposta a non sentirmi. Oh, per favore, qualcuno mi dica qualcosa! Dov’è che sono? Cosa ci

Notte

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Lisa Fotios (via Pexels) La finestra aperta, il vento agita le tende e agita anche me. L'aurea stella affonda sotto le colline umide, sotto l'erba che rinverdisce, sotto me. La notte avanza con passo felpato e mi sorprende, mentre l'assiolo le dà il benvenuto chiurlando il suo amore.

Settembre

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Ioana Motoc (via Pexels) Finalmente settembre. Finalmente la pioggia, la finestra rigata dai suoi rivoli. Finalmente il silenzio domina la valle ed il sogno conduce verso nuove porte. Finalmente l'aria fresca solleva i pensieri, li riduce in nuvola e li rende in pioggia.